Descrizione - LA SECONDA GENERAZIONE - QUELLO CHE NON HO DETTO A MIO PADRE
Henri ha due figli, Michel e Charly, ed è l’unico membro della famiglia d’origine sopravvissuto alla Shoah. Il ricordo l’ha reso muto, schiacciato da un dolore profondo e assordante. Fino al 1988, quando tocca a lui scoprire il cadavere del figlio minore, morto suicida. Dopo la cerimonia funebre qualcosa dentro Henri si rompe, come una diga che cede, e i ricordi dell’Olocausto divengono un inarrestabile fiume di parole che investe chiunque gli si trovi davanti. Henry diventa così uno scrittore di fama e una sorta di eroe della Shoah; il trauma più recente gli ha restituito una voce, ma non la libertà di vivere un’esistenza normale.
Questa, in sintesi, la trama di questo romanzo grafico di Michel Kichka. Trama che però non comincia nemmeno a rendere giustizia alla storia, evidentemente, vividamente autobiografica. Da anni l’autore meditava di affrontarla, ma non se l’era mai sentita. Probabilmente, dati i risultati, è stato un bene.
La seconda generazione è il genere di libro che ti prende totalmente alla sprovvista. Ti aspetti dramma, ti aspetti dolore, ti aspetti angoscia. E naturalmente li trovi, ma immersi in un contesto narrativo così divertente, così pulito e così francamente ineccepibile che vorresti abbracciare i personaggi, tutti, uno per uno. Conoscerli, pranzarci insieme.
I pugni in pancia, quando arrivano, sono dati bene. E fanno ancora piĂą male, data la cornice. Ma preferiamo postare qualche tavola, piuttosto che tentare di spiegarci a parole.
Nel 1943 poté finalmente incontrare il ministro degli esteri britannico e il presidente americano, e davanti a loro parlò per circa venti minuti, riferendo gli orrori di cui era stato testimone.
Non fu creduto, o fu comodo non credergli: la prioritĂ era sconfiggere militarmente la Germania, non fornire aiuto al popolo ebraico.
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